Rispondere a questo interrogativo significa intraprendere un percorso talora semplice, talora complicato di inquadramento diagnostico e classificativo. Stabilire la diagnosi di un’Anemia significa:
1) individuare in un soggetto la causa che provoca un’alterazione della sua capacità di produrre globuli rossi;
2) stabilire se tale Anemia è di tipo secondario, cioè causata in modo più o meno esclusivo da una delle numerose malattie non ematologiche che si associano ad anemia, o se, al contrario è di tipo primitivo, costituendo essa stessa malattia con i fattori responsabili delle modificazioni nella produzione dei Globuli Rossi.

Globuli Rossi
Globuli Rossi

I Globuli Rossi, prodotti nel Midollo Osseo, vengono rinnovati continuamente ogni 120 giorni; in condizioni normali tale processo è molto stabile, ma in presenza di stimolazione adeguata,i Globuli Rossi possono essere prodotti più velocemente e in maggior quantità. In che modo? Dalla concentrazione di Emoglobina nel sangue circolante:l’Emoglobina trasporta l’Ossigeno del sangue ai tessuti; se essa varia, come nell’Anemia, l’ossigeno disponibile nei tessuti diminuisce attivando cellule specializzate renali, che stimolano la produzione ed immissione in circolo di un ormone ad attività stimolante la produzione dei Globuli rossi, denominato ERITROPOIETINA (EPO).

La produzione di EPO è, quindi, direttamente regolata dalla disponibilità di ossigeno; in condizioni normali essa è regolata al minimo; la mancanza di ossigeno provoca un aumento delle cellule renali sensibili e, in seguito a numerose reazioni chimiche al loro interno, viene attivata la produzione dell’ormone.
L’Anemia compare quando l’organismo non è più in grado di fornire ai tessuti sufficiente quantità di ossigeno contenuto nel sangue.
Le numerose definizioni di Anemia hanno come denominatore comune la diminuita capacità del sangue a cedere ossigeno ai tessuti; da un punto di vista clinico essa può definirsi come “LA CONDIZIONE IN CUI LA CONCENTRAZIONE DELL’EMOGLOBINA, E’ DIMINUITA AL DI SOTTO DEL VALORE DI RIFERIMENTO SPECIFICO PER ETA’ E GENERE” valore che è 13,2 g/dl nel maschio e 12,2 g/dl nella donna.

Ogni tipo di Anemia ha sintomi caratteristici dovuti alla diminuzione dell’ossigenazione del sangue e alle esaltata funzione di compenso cardiorespiratorio; il sintomo più comune è l’Astenia (stanchezza) soprattutto sotto sforzo: la ridotta ossigenazione di vari distretti corporei può dare svariate manifestazioni cliniche (vertigini, sincope, cefalea, crampi notturni, claudicatio intermittens – o zoppia -, dolore anginoso). L’esaltata funzione di compenso cardiorespiratorio si manifesta con affanno (dispnea da sforzo) e cardiopalmo; l’aggravarsi o il protrarsi dell’anemia può portare ad una situazione di scompenso di circolo ad alta gittata, con dispnea a riposo ed edemi declivi.

Rispondere all’interrogativo del titolo significa tener conto dei vari tipi di classificazione delle anemie: una classificazione patogenetica tiene conto dei diversi meccanismi responsabili dell’instaurazione dello stato anemico e divide le anemie in:

ANEMIE PER DIMINUITA PRODUZIONE DI EMOGLOBINA
° da distruzione o alterazione funzionale delle cellule staminali, da cui insufficiente produzione di Globuli Rossi;
° da distruzione dei precursori nel midollo con eritropoiesi inefficace;
° da difettosa sintesi della globina e dell’eme.

ANEMIE PER RIDUZIONE DEL TEMPO DI SOPRAVVIVENZA DEI GLOBULI ROSSI
° da perdita secondaria ad emorragie acute o croniche;
° da distruzione ad opera di un meccanismo emolitico.

Formula leucocitaria
Formula leucocitaria

E’ importante tenere presente questa classificazione patogenetica per risalire dall’anemia alla diagnosi della malattia che ne è all’origine; occorre tuttavia notare che molte forme di Anemia riconoscono molte cause talora poco conosciute; infatti in alcuni casi l’anemia è un elemento di evenienza secondaria e non obbligatoria nel corso di una forma morbosa ben definita mentre in altri casi costituisce il rilievo clinico più importante della malattia che da essa prende il nome (Anemia Megaloblastica, Anemia Aplastica etc). Rimane comunque intatto il valore di questo tipo di classificazione, che consente nella pratica clinica un rapido inquadramento delle principali forme di Anemia in base a semplici criteri clinico-laboratoristici.

Occorre però considerare che il primo approccio all’Anemia è fornito dall’emocromo da cui si possono determinare le costanti corpuscolari: in base ai valori del Volume Corpuscolare Medio (MCV), contenuto corpuscolare medio di emoglobina (MCHC) e intensità di colorazione si costruisce una classificazione cosiddetta “morfologica” delle Anemie e cioè:

° ANEMIA IPOCROMICA MICROCITICA (MCV < 80fl; MCHC < 27 pg; EMAZIE IPOCOLORATE);
° ANEMIA NORMOCROMICA NORMOCITICA (MCV < 80 < 100fl; MCHC = 29,5 +/- 2,5 pg);
° ANEMIA MACROCITICA (MCV > 100 fl; MCHC > 32pg).

Da questa classificazione, in un certo senso “semeiotica” deve partire il ragionamento diagnostico che, con l’aiuto di ulteriori esami indicati caso per caso, permetterà di stabilire il meccanismo patogenetico dell’Anemia e di risalire alla causa determinante.

Sintomi dell'anemia
Sintomi dell’anemia

L’inquadramento di un’Anemia e il determinare la sua causa può partire da un semplice esame dell’Emocromo, accompagnato dal dosaggio del patrimonio del Ferro corporeo: Sideremia, Ferritina, oltre naturalmente ad eventuali esami strumentali eseguiti non anteriormente a 6 (sei) mesi prima della visita ematologica

Dott. Pietro Falco

Ematologo