Tornare a cam­mi­na­re sen­za accu­sa­re for­ti dolo­ri che costrin­go­no a fer­mar­si dopo pochi metri? Sembra un sogno, inve­ce è real­tà gra­zie alla chi­rur­gia lom­ba­re che per­met­te di otte­ne­re risul­ta­ti sor­pren­den­ti dopo che per mesi far­ma­ci, fisia­tri, medi­ci han­no regi­stra­to ten­ta­ti­vi infrut­tuo­si.

Parliamo di ste­no­si lom­ba­re, e ne par­lia­mo con il Prof. Carmine Franco spe­cia­li­sta Neurochirurgo che svol­ge la sua atti­vi­tà chi­rur­gi­ca per il Gruppo Giomi pres­so l’ICOT di Latina e il S. Anna Policlinico Città di Pomezia, con all’attivo oltre 4500 inter­ven­ti.

Che cosa è la stenosi lombare?

La ste­no­si lom­ba­re è una pato­lo­gia su base dege­ne­ra­ti­va che col­pi­sce un ter­zo del­le per­so­ne al di sopra dei 70 anni, dovu­ta al pro­gres­si­vo restrin­gi­men­to, cau­sa­to dall’artrosi, del cana­le spi­na­le, con ridu­zio­ne, quin­di, del­lo spa­zio a dispo­si­zio­ne dei ner­vi e del sac­co dura­le a livel­lo lom­ba­re.

Quali sono i sintomi?

Il pazien­te con ste­no­si lom­ba­re non accu­sa dolo­ri quan­do sta a ripo­so, a let­to da sdra­ia­to. Inizia ad accu­sa­re i distur­bi quan­do si met­te in moto e ini­zia a cam­mi­na­re, come for­mi­co­lio e dolo­re agli arti infe­rio­ri che costrin­go­no il pazien­te a fer­mar­si ed a seder­si per poi ripren­de­re la deam­bu­la­zio­ne. Tanto più gra­ve e la ste­no­si, tan­to meno sono i metri che il pazien­te rie­sce a per­cor­re­re sen­za avver­ti­re distur­bi.

A che cosa sono dovuti i sintomi?

Il moti­vo è la pre­sen­za di insta­bi­li­tà tra le ver­te­bre che, quan­do il pazien­te si met­te in moto, deter­mi­na un peg­gio­ra­men­to del­la ste­no­si e dei sin­to­mi, sin­to­ma­to­lo­gia che vie­ne chia­ma­ta in ger­go clau­di­ca­tio spi­na­lis.

Quali sono gli esami necessari per la diagnosi?

La dia­gno­si vie­ne effet­tua­ta con la Risonanza magne­ti­ca lom­ba­re, può esse­re neces­sa­rio even­tual­men­te a com­ple­ta­men­to di esa­mi anche la TC lom­ba­re che per­met­te meglio di stu­dia­re la strut­tu­ra ossea ed un esa­me elet­tro­mio­gra­fi­co.

Quali sono i rimedi?

Nelle for­me lie­vi può esse­re indi­ca­to il trat­ta­men­to con­ser­va­ti­vo fisio­te­ra­pi­co e far­ma­co­lo­gi­co, men­tre nel­le for­me gra­vi è chia­ra­men­te indi­ca­to l’intervento chi­rur­gi­co.

In che cosa consiste il trattamento chirurgico?

Il trat­ta­men­to del­la ste­no­si lom­ba­re con­si­ste in una decom­pres­sio­ne del cana­le spi­na­le, la lami­nec­to­mia decom­pres­si­va, che può esse­re otte­nu­ta sia con tec­ni­ca open che minin­va­si­va, e può neces­si­ta­re del posi­zio­na­men­to di mez­zi di fis­sa­zio­ne tra le ver­te­bre, la cosi­det­ta artro­de­si, otte­nu­ta con viti pedun­co­la­ri e bar­re oltre che di even­tua­le pro­te­si inter­so­ma­ti­ca.

Quanto dura il ricovero?

Il pazien­te il gior­no dopo l’intervento può esse­re mobi­liz­za­to in manie­ra auto­no­ma e ripren­de la deam­bu­la­zio­ne, con dimis­sio­ne in ter­za gior­na­ta post-operatoria. I risul­ta­ti cli­ni­ci sono otti­mi con una remis­sio­ne dei sin­to­mi in oltre il 90% dei casi tan­to da gri­da­re al mira­co­lo, infat­ti sono sem­pre più nume­ro­si i mes­sag­gi di rin­gra­zia­men­to dei pazien­ti ver­so i medi­ci che li han­no trat­ta­ti.

Prof. Carmine Franco

Neurochirurgo