Le vita­mi­ne sono un nutrien­te essen­zia­le che l’organismo uma­no non rie­sce a sin­te­tiz­za­re in ade­gua­te quan­ti­tà e per que­sto moti­vo van­no assun­te con l’alimentazione. Oggi ci occu­pia­mo dell’acido L‑ascorbico, meglio noto con il nome di vita­mi­na C. Si trat­ta di un com­po­sto con mol­te­pli­ci fun­zio­ni.

È fon­da­men­ta­le per la sin­te­si del col­la­ge­ne, una pro­tei­na strut­tu­ra­le di ossa, den­ti, vasi san­gui­gni, musco­li e pel­le, aven­do un ruo­lo impor­tan­te nel­la gua­ri­gio­ne del­le feri­te, e faci­li­ta l’assorbimento del fer­ro, con­tri­buen­do alla cor­ret­ta pro­du­zio­ne di glo­bu­li ros­si nel san­gue. Con il suo pote­re anti­os­si­dan­te con­tri­bui­sce al cor­ret­to fun­zio­na­men­to del siste­ma immu­ni­ta­rio e aiu­ta a pre­ve­ni­re il rischio di tumo­ri. Inoltre, man­tie­ne sta­bi­li vita­mi­na A, vita­mi­na E, vita­mi­na B1 e aci­do foli­co, moti­vo per cui vie­ne usa­to nell’industria ali­men­ta­re come addi­ti­vo, ripor­ta­to sul­le eti­chet­te dei cibi con la sigla “E300”.

L’acido L‑ascorbico è abbon­dan­te nel­la frut­ta e nel­la ver­du­ra fre­sca e ten­de a dimi­nui­re dra­sti­ca­men­te se ven­go­no cot­te o con­ser­va­te trop­po a lun­go. Peperoncini, pepe­ro­ni, ruco­la, broc­co­li e kiwi ne con­ten­go­no più del­le famo­se aran­ce. Comunque, gra­zie alle attua­li rac­co­man­da­zio­ni die­te­ti­che che pre­ve­do­no il con­su­mo di 5 por­zio­ni di frut­ta e ver­du­ra al gior­no, la caren­za gra­ve di vita­mi­na C’è qua­si un brut­to ricor­do. E meno male!

Perché lo scor­bu­to, pato­lo­gia che ne con­se­gue, è carat­te­riz­za­to da apa­tia, irri­ta­bi­li­tà, inap­pe­ten­za, ane­mia, emor­ra­gie cuta­nee e gen­gi­va­li, feri­te vec­chie che cedo­no e nuo­ve che non gua­ri­sco­no, cadu­ta dei den­ti, dolo­ri musco­la­ri. Nel bam­bi­no, a tut­to ciò si aggiun­go­no arre­sto del­la cre­sci­ta e defor­mi­tà del­le ossa lun­ghe e del­le coste. La con­di­zio­ne di caren­za lie­ve, inve­ce, anco­ra abba­stan­za dif­fu­sa, si mani­fe­sta con san­gui­na­men­to gen­gi­va­le suc­ces­si­vo a trau­ma del­lo spaz­zo­li­no, epi­stas­si fre­quen­ti e ten­den­za all’ematoma per trau­ma di pic­co­la enti­tà.

L’assunzione di vita­mi­na C rac­co­man­da­ta nell’adulto è di 85 mg/die per le don­ne e 105 mg/die per gli uomi­ni, con aumen­to del fab­bi­so­gno in caso di gra­vi­dan­za, allat­ta­men­to, stress e fumo, il qua­le, anche se pas­si­vo, ne ridu­ce l’assorbimento e ne aumen­ta il con­su­mo. Essendo imma­gaz­zi­na­ta nel fega­to e nel sur­re­ne, i sin­to­mi com­pa­io­no dopo 3–12 mesi dal veri­fi­car­si del­la caren­za che è oppor­tu­no scon­giu­ra­re con frut­ta e ver­du­ra fre­sca o cot­ta rapi­da­men­te e con poca acqua. Attenzione infi­ne all’abuso di inte­gra­to­ri, per­ché un’assunzione ecces­si­va può por­ta­re per con­tro a cefa­lea, distur­bi gastroin­te­sti­na­li e cal­co­li rena­li.

CURIOSITÀ

Lo scor­bu­to era in pas­sa­to una malat­tia tipi­ca dei mari­nai ai qua­li le lun­ghe tra­ver­sa­te in mare non per­met­te­va­no la con­ser­va­zio­ne di frut­ta e ver­du­ra fre­sca, la cui man­ca­ta assun­zio­ne esi­ta­va ine­vi­ta­bil­men­te in gra­vi caren­ze di vita­mi­na C. A que­sto pro­po­si­to, cele­bre fu il caso del­la cir­cum­na­vi­ga­zio­ne del glo­bo con­dot­ta da Magellano nel lon­ta­no 1519 esi­ta­ta nel­la mor­te di più dell’80% dell’equipaggio.

 

L’aggettivo “scor­bu­ti­co” deri­va pro­prio da que­sta pato­lo­gia che, tra le varie mani­fe­sta­zio­ni, ha effet­ti sull’umore e sul­lo spi­ri­to, ren­den­do scon­tro­so e intrat­ta­bi­le chi ne è affet­to.

 

Dott.ssa Alessia Testa

Specializzanda in Pediatria