- 30 Agosto 2018
- M.Testa
- Analisi del sangue, News
C’era una volta un gruppo di pulcini. Questi pulcini erano afflitti da una lieve patologia emorragica. Uno scienziato, che era anche il loro padrone, gli fece mangiare lievito e cereali…. e le loro ferite guarirono misteriosamente più in fretta. Lo scienziato aveva capito qualcosa di importante.
Era infatti il 1943 quando Henrik Carl Peter Dam ricevette in Svezia il prestigioso premio Nobel per aver scoperto la Vitamina K.
La vitamina K è quella vitamina che nel nostro corpo regola le attività antiemorragiche. Fa inoltre da garante per la corretta funzionalità di alcune proteine che formano e mantengono forti le nostre ossa.
Dove si trova?
La risposta a questa domanda è semplice:
– ortaggi a foglia verde (spinaci, broccoli, asparagi, crescione, cavoli, cavolfiore, piselli),
– legumi: fagioli e soia,
– olive,
– carne,
– cereali,
– latte e derivati del latte.
Le verdure: un toccasana per il palat… ehm, il sangue.
Vi riveliamo un altro segreto: quelle cose verdi, brutte e forse anche viscide le vediamo così perchè la nostra storia ce lo impone.
I nostri avi hanno avuto una brutta esperienza di intossicazione verso queste “piante verdi” e questo istinto è perdurato a livello inconscio negli anni a venire.
Non lo diciamo noi, ma una ricerca elaborata da tre studiosi della Sissa di Trieste, pubblicata sulla rivista Science and reports.
Dai, superati questi pregiudizi possiamo anche iniziare a mangiare gli spinaci tutti i giorni. Non ci verranno i muscoli di Braccio di Ferro, ma avremmo le capacità rigenerative e le ossa dure di Wolverine!
Scherzi a parte, la vitamina K è un elemento essenziale per la coagulazione del sangue e per le ossa. È il cerotto naturale di prevenzione per quei bambini che, giocando al parco, portano più gambe sbucciate e pianti che bei voti a scuola.
È una componente importante per la cura dell’osteoporosi.
Le carenze
Specie nelle persone anziane, i problemi di mancata coagulazione del sangue (come anche l’eccesso opposto) sono all’ordine del giorno.
Non solo. Quella vitamina k mancante, induce con facilità il corpo a produrre ecchimosi.
Inoltre causa spesso sanguinamenti dal naso, gengive, sangue nelle urine e nelle feci o perdite mestruali particolarmente abbondanti.
Studi epidemiologici hanno dimostrato una correlazione tra vitamina K ed osteoporosi (come già accennato) con l’avanzare dell’età. Questi studi hanno correlato direttamente il consumo di vitamina K con l’incidenza di fratture ossee nell’anziano.
Nei bambini, poi, può portare ad emorragie intracraniche molto pericolose.
Una dieta che contiene questa vitamina, è solo che un vantaggio per il nostro organismo.
L’eccesso
Poi c’è l’eccesso, molto raro, specie negli adulti. Le conseguenze però, gravi.:
– anemia
– vomito
– trombosi
– collasso dei globuli rossi
L’assunzione di questa vitamina deve infatti essere regolata: i medici consigliano una media d’assunzione giornaliera che sia 1 microgrammo per Kg corporeo.
Le patate, piselli, pomodori, lo yoghurt e il fegato degli animali: tutta roba molto buona. Ma non esageriamo. Se somministrata in eccesso nell’adulto, in seguito al suo potere ossidante, la vitamina K può determinare emolisi ed iperbilirubinemia.
Equilibrio
L’equilibrio è il segreto della forza. Chiedetelo ai monaci Shaolin, conosciuti per spezzare tronchi d’albero a mani nude. Tra l’altro, senza nessun briciolo di lividi o sanguinamenti vari.
La loro dieta è tutto un equilibrio di cibi senza esagerazioni. E loro, di vitamina K, non ne assumono poca. Rape e cavoli, quanti ne servono per rompere i muri!
Non dobbiamo però andare fino in Cina per capire come dobbiamo confrontarci difronte ai nostri cari cibi verdi.
È importante solo controllare che l’assunzione sia equilibrata. La mancanza per i bambini, gli eccessi per gli adulti sono sempre un egual rischio, ma, piano piano e senza esagerare, ci possiamo abituare a quel fabbisogno di 1 mg/ KG che ci serve per i nostri problemi di guarigione sanguigna.
Basta un piatto di spinaci, qualche foglia di insalata, cavolfiori a rotazione e il gioco è fatto.
Vivremmo forse più tranquilli, sapendo che qualche volta possiamo prenderci il lusso di cadere dalla bici e le nostre ferite spariranno senza lasciare traccia.
Nessuno sa che fine abbiano fatto quei pulcini, ma forse qualcuno se li immagina belli, forti, vigorosi e con la cresta alta e rossa cantare la mattina presto al sorgere del Sole, senza la minima traccia di quel piccolo trauma infantile…
Articolo scritto da Marco Testa, rielaborando in forma discorsiva i contenuti delle seguenti fonti:
https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-nutrizionali/carenza-dipendenza-e-tossicit%C3%A0-vitaminica/deficit-di-vitamina-k
https://labtestsonline.it/conditions/carenza-di-vitamina-k
https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/v/vitamina-k
ATTENZIONE: il presente articolo non contiene assolutamente indicazioni terapeutiche. Leggere attentamente il DISCLAIMER.
Allenamento moderato o vigoroso?
Sebbene l’esercizio fisico debba essere un piacere, molte persone lo vedono come un male necessario.
Il Ministero della Salute italiano raccomanda:
• per bambini e adolescenti: 60 minuti al giorno di attività di intensità da moderata a vigorosa;
• per gli adulti (dai 18 anni): 150 minuti a settimana di attività di intensità moderata.
Se l’obiettivo è migliorare la forma fisica o abbassare la pressione sanguigna, l’esercizio fisico moderato è sufficiente e proficuo, osserva il dottor Lin.
Non lo è se l’obiettivo è perdere peso, a meno che non si presti attenzione anche alla dieta.
“È difficile per le persone cambiare subito. Quindi di solito dico loro che, se si esercitano, non dovrebbero preoccuparsi troppo della dieta, ma di abituarsi all’allenamento”, consiglia il dottor Lin.
Tuttavia l’esercizio deve essere vigoroso, se si vuol perdere peso.
Come conferma il dottor Lin, molte delle persone in America che hanno partecipato a un reality show, il cui scopo era proprio dimagrire tramite allenamento costante e intensivo, subito dopo la fine dello show, hanno riacquistato i loro chili persi.
Recenti studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico moderato, regala maggiori benefici cardio-metabolici, rispetto a quello vigoroso.
Infatti secondo il dottor Lin, i danni muscolo-scheletrici sono maggiori con esercizi vigorosi, soprattutto negli anziani o in coloro che cominciano senza nessuna gradualità.
“Consiglio sempre di essere cauti, e di procedere in maniera graduale e controllata” sottolinea il dottor Lin.
Verdetto: Per perdere peso è meglio un esercizio vigoroso
Sigarette classiche o elettroniche?
Molti medici vogliono che i loro pazienti “fumino per smettere“.
Gli effetti negativi delle sigarette tradizionali sono ben noti, ma poco si sa sulle sigarette elettroniche. Le prime opinioni sulle sigarette elettroniche erano tutte negative, perché contengono nicotina e sostanze chimiche cancerogene nel vapore emesso .
Al di fuori degli Stati Uniti questa visione è stata superata, e le sigarette elettroniche sono ora commercializzate in alcuni paesi come aiuto per smettere di fumare.
Recentemente, gli Stati Uniti sembrano avere un punto di vista simile.
Come afferma il dottor Lin: “Anche se la ricerca sulle sigarette elettroniche è ancora piuttosto scarsa e stiamo ancora cercando di capirne gli effetti a lungo termine, l’opinione comune è che, se devi proprio fumare, scegli le sigarette elettroniche“.
Le prove a sostegno delle sigarette elettroniche, come aiuto a smettere di fumare, sono però inconcludenti.
Il dottor Lin ritiene che i fumatori che hanno provato a smettere di fumare in molti altri modi, dovrebbero provare le sigarette elettroniche.
“Di solito, si finisce col dire che non potrebbero essere peggio di fumare normalmente”, ammette.
La principale preoccupazione per le sigarette elettroniche è: se i non fumatori (in particolare i giovani) le provano, passeranno alle sigarette classiche?
Molti studi hanno indicato che l’uso di sigarette elettroniche da parte dei giovani, aumenta le probabilità di fumare sigarette classiche.
“La maggior parte degli adolescenti con cui parlo ha provato le sigarette elettroniche, e molti credono che siano meno dannose delle sigarette tradizionali”, osserva il dott. Lin. “Se diventa una tendenza diffusa, potremmo ritrovarci con un’intera generazione di adolescenti agganciati alle sigarette, cosa possibile solo con le sigarette elettroniche”, avverte.
“Quando parliamo con i giovani, bisogna spiegar loro che non dovrebbero cominciare affatto”, sottolinea.
Verdetto: Le sigarette elettroniche sono meglio di quelle classiche, ma solo per i fumatori!
Casa piena di antibatterici, o di microbi?
Chiederete: cosa c’entra con la forma fisica e la dieta? Ve lo spieghiamo subito.
Uno dei modi migliori per prevenire la diffusione di infezioni batteriche nelle case, è mantenere una casa pulita. Specialmente la cucina, può essere contaminata da agenti patogeni come Escherichia coli e Salmonella.
I detergenti per la casa antibatterici sono pubblicizzati per offrire benefici maggiori rispetto ai normali prodotti di sapone, ma gli esperti dubitano che siano effettivamente più efficaci.
Il dottor Lin concorda sul fatto che poche prove supportano l’uso efficace di prodotti antibatterici per la pulizia della casa.
“La gente pensa che ‘più pulito’ sia più sano, ma questi prodotti non sono necessari per questo fine”, dice.
“In cucina, segui le pratiche sicure di conservazione e preparazione degli alimenti ”, continua.
“Cuoci bene la carne e assicurati di lavare le verdure con acqua normale: questo è tutto ciò che devi fare per prevenire Escherichia coli e altri agenti patogeni”.
Oltre ad essere inutili, sono sorti dubbi sui potenziali effetti dannosi dell’uso a lungo termine di detergenti antibatterici, incluso lo sviluppo di resistenza batterica.
Troppa enfasi dell’igiene e la pulizia nei paesi industrializzati, con conseguente ridotta esposizione a una serie di batteri, virus e altri agenti patogeni, è stata collegata alla disfunzione dei meccanismi immunoregolatori (“l’ipotesi dell’igiene”).
“C’è qualcosa nell’ipotesi dell’igiene: se hai un sistema immunitario funzionante, non dovresti aver bisogno di sapone antimicrobico”, dice il dottor Lin.
Un gruppo di agenti antimicrobici noti come “sali di ammonio quaternario” (o “quats”) sono stati associati a effetti dannosi sullo sviluppo, come l’inibizione della funzione mitocondriale e la segnalazione degli estrogeni compromessa.
Verdetto: Mantieni la tua casa pulita, ma non usare antibatterici.
Convincere i pazienti a cambiare abitudini
La chiave per convincere i pazienti ad adottare abitudini più salutari, è continuare a ricordarglielo, senza essere troppo duri o negativi.
“Puoi demotivare il paziente, e lui sarà scoraggiato ad agire perché il dottore lo fa sempre stare male”, avverte il dottor Lin.
“Un giorno, quando sembra che il paziente ci abbia rinunciato, improvvisamente sarà disposto a farlo, ma se sei tu a perdere le speranze, allora perderai la battaglia” suggerisce.
“Bisogna essere realistici, ma mai pessimisti riguardo all’incapacità del paziente di cambiare. Altrimenti rischierà di non crederci più”, conclude.
Articolo scritto da Marco Testa, rielaborando in forma discorsiva i contenuti delle seguenti fonti:
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