La sigla V-BAC è un acronimo inglese che sta per parto vaginale dopo un cesareo. Partorire per via vaginale dopo uno o più tagli cesarei è possibile e avviene con successo nel 60-80% dei casi.
A parlarcene è il Dottor Vincenzo Monaco, Specialista in Ginecologia e Ostetricia.
Qual’è la sua esperienza riguardo il V-BAC?
Negli ultimi cinque anni, si sono recate presso questa maternità 333 donne per effettuare un “travaglio di prova” (da gennaio 2014 a dicembre 2018).
La percentuale di successo del V-BAC è stata del 67%.
Quali pazienti possono essere sottoposte al V-BAC?
Le pazienti candidate al V-BAC o travaglio di prova, devono aver avuto con decorso di gravidanza fisiologico.
Le donne non affette da patologie rilevanti, feti non affetti da patologie, assenza di pregresse cicatrici sull’utero, sono ammesse solo donne con incisione trasversa sul segmento uterino inferiore (SUI), assenza, in questa gravidanza, di indicazioni al TC.
Quali sono i vantaggi per una paziente che affronta un parto vaginale?
Un evento nascita più fisiologico e naturale e più soddisfacente per la mamma, maggiori probabilità di parti non complicati nelle future gravidanze, minor dolore addominale dopo il parto,
ripresa fisica più rapida e minor durata della degenza ospedaliera e vicinanza continua mamma-bambino con miglior adattamento post-natale.
Quali sono i rischi del parto per via vaginale?
Il timore principale che caratterizza un travaglio di parto nella paziente che è stata precedentemente sottoposta a taglio cesareo è quello di un possibile cedimento della cicatrice uterina che può essere completo (rottura) o parziale, ossia determinato da un estremo assottigliamento della parete (deiscenza) dell’utero.
Tale complicanza può accadere anche quando non si eseguono manovre o terapie.
Qual è l’intervallo di tempo per essere sottoposti al V-BAC dal precedente taglio cesareo?
Un dato che ricorre in letteratura indica una maggior frequenza di rottura d’utero quando il travaglio di prova si realizza in epoca vicina al taglio cesareo precedente.
Se l’intervallo dal pregresso taglio cesareo è inferiore ai 18 mesi, è sconsigliabile effettuare un travaglio di prova.
Si può effettuare l’Induzione farmacologica del travaglio di parto?
Poiché l’indizione farmacologica del travaglio (prostaglandine e/o ossitocina) comporterebbe un aumento del rischio di rottura d’utero. Nella nostra maternità si è deciso di non ricorrervi.
Ciò determina che in presenza di un prolungamento della gravidanza (dopo 10 giorni di attesa dalla fine della 40° settimana) o anche prima se presenti condizioni di maggior rischio che raccomandano l’espletamento del parto, non potendo ricorrere all’induzione
di travaglio, si effettuerà nuovamente un taglio cesareo.
La Parto-Analgesia può essere effettuata nel V-BAC?
In passato si temeva che l’analgesia peridurale potesse mascherare la presenza di un
dolore (persistente tra una contrazione e l’altra) quale segno di un maggior rischio di
rottura d’utero. Attualmente non esistono in letteratura controindicazioni per l’attuazione di un’analgesia in travaglio di parto dopo pregresso taglio cesareo.
Ciò nonostante, il ricorso all’analgesia peridurale può rallentare il travaglio rendendo necessaria la somministrazione di ossitocina.
Per evitare l’uso di tale farmaco, si è deciso nella nostra maternità di evitare la peridurale nel travaglio di prova.Il segno più comune di rottura d’utero è rappresentato dalle anomalie della frequenza cardiaca fetale (BCF).
Per tale motivo in corso di travaglio attivo (dilatazione superiore a 3-4cm) verrà mantenuto un monitoraggio cardiotocografico continuo consentendo solo brevi periodi di sospensione (per andare in bagno).
Questa pratica obbligherà alla posizione a letto (o lo stare vicino al letto) durante tutta la durata del travaglio. Ad inizio travaglio viene incanalata una vena per poter somministrare più rapidamente liquidi e farmaci qualora si rendessero necessari.
Dove effettua queste procedure?
Oltre alla collaborazione con il Medical Pontino dove mi occupo sia delle pazienti ginecologiche ed ostetriche, lavoro a Roma, presso la Casa di Cura Santa Famiglia, struttura sanitaria d’eccellenza mono specialistica in Ginecologia e Ostetricia convenzionata con il SSN che si effettuano in estrema sicurezza per mamma e neonato le procedure di V-BAC.

Dott. Vincenzo Monaco
Ginecologo
Data di nascita: 20/05/1972
Luogo di nascita: CIVITAVECCHIA (RM)
- 17/04/2007 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di ROMA (Ordine della Provincia di ROMA) n. 0000055859 iscrizioni
- 30/05/2006 - MEDICINA E CHIRURGIA (ROMA "LA SAPIENZA") lauree
- 2006 / 2 - Medicina e Chirurgia (ROMA "LA SAPIENZA") abilitazioni
- 30/07/2012 - GINECOLOGIA E OSTETRICIA (ROMA "LA SAPIENZA") - Specializzazione specializzazioni
Data aggiornamento: 09/03/2021
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