Il Geriatra si occupa delle malattie che affliggono l’anziano e delle conseguenze disabilitanti, il suo obiettivo è di ritardare il declino funzionale e mentale del paziente.

La geriatria (dal greco γέρων, “vecchio, anziano” e ἰατρεία, “cura”) è una disciplina medica che studia le malattie che si verificano nell’anziano e le loro conseguenze disabilitanti. Il Geriatra ha, quindi, l’obiettivo fondamentale di ritardare il declino funzionale e mentale del paziente, mantenendo al contempo l’autosufficienza e la miglior qualità di vita possibile. La gerontologia è una branca della geriatria che cerca di identificare i meccanismi biologici dell’invecchiamento e della senescenza, oltre agli aspetti sociali e psicologici che si verificano nella terza età, e che sono in grado di influenzare direttamente lo stato di salute e l’insorgenza delle malattie tipiche della persona anziana. Il geriatra è quel medico che opera avendo ben presenti le nozioni fornite dalla gerontologia; non è rara la denominazione di “medico gerontologo”. Con l’avanzare dell’età, si va incontro a una serie di problematiche fisiche e psichiche che vanno a toccare un po’ tutti gli organi del nostro corpo. Si tratta di un progressivo logoramento, un processo del tutto naturale e inevitabile che, tuttavia, può essere rallentato e affrontato in modo più sereno prendendosi semplicemente più cura di se stessi. L’esercizio fisico, se eseguito con costanza e in modo razionale, che tenga quindi conto dell’età e delle reali condizioni fisiche di chi lo pratica, fa sì che non solo questa degenerazione venga limitata, ma addirittura in alcuni casi regredisca.

QUANDO SI ALLENA IL CORPO SI ALLENA ANCHE IL CERVELLO — L’esercizio fisico può farci guadagnare anni di vita in salute fisica. Ma, se fossimo poco presenti cerebralmente, a cosa ci servirebbe tanta longevità? Il problema se lo sono posto ultimamente numerosi scienziati di tutto il mondo e le conclusioni sono state pressoché univoche. La strategia più efficace per prevenire e rallentare il declino cognitivo è l’attività fisica. Un po’ di moto quotidiano contribuisce a irrorare maggiormente il nostro organo pensante ed evita l’inevitabile perdita di volume della massa cerebrale. Non solo, ma grazie alle nuove tecnologie di diagnostica per immagini, si è scoperto che l’esercizio fisico stimola anche la nascita di nuove cellule nell’ippocampo, la struttura del cervello che controlla memoria e apprendimento, e contribuisce persino a creare nuovi contatti sinaptici, meccanismi sino a qualche tempo fa ritenuti impossibili.

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Dr. Antonio Tranquilli

Direttore Sanitario della Medical Pontino S.r.l.

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